mercoledì 7 novembre 2012

CENNI STORICI SULLA CONTRACCEZIONE DAL PUNTO DI VISTA DEL MOVIMENTO PER LA SALUTE DELLE DONNE a cura di Livia Geloso

Terza parte:
Contraccezione e malattie trasmesse sessualmente (MTS).
Il condom maschile e femminile.


C'è ancora un altro aspetto del nostro tema da affrontare, un aspetto particolarmente attuale: l'intrecco tra prevenzione dalle gravidanze indesiderate e prevenzione dalle malattie trasmesse sessualmente, compreso l'AIDS, acronimo di "Acquired Immunodeficiency Syndrome", in italiano "Sindrome di immunodeficienza acquisita", in quanto, per la maggior parte degli esperti, i rapporti sessuali ne sarebbero la causa primaria di contagio. L'importanza attuale dell'intreccio suddetto è stato provocato proprio dall'imporsi a livello mondiale dell'AIDS, per il quale non c'è ancora cura, e che rappresenta una malattia molto grave, anche letale. Ricordiamo che le classiche malattie trasmesse sessualmente sono: la gonorrea, la sifilide, la clamidia, il papilloma virus e le verruche genitali. Proprio per proteggersi da queste malattie, fin da tempi molto lontani, venne approntato il condom (preservativo) maschile. Fino all'Ottocento, era fatto con intestino d'agnello, ed era costoso; con la produzione industriale della gomma, fu prodotto su larga scala, divenne poco costoso e più maneggevole. In Italia è stato ed è uno degli anticoncezionali più usati. I motivi per cui viene scelto sono: la semplicità d'uso; l'alta efficacia se usato correttamente (95-98%); l'innocuità; la comodità di usarlo solo al momento del rapporto; il coinvolgimento dell'uomo nella gestione della contraccezione.
Il condom maschile è stato consigliato dai gruppi di self-help come metodo anticoncezionale per i primi rapporti di penetrazione, piuttosto dei contraccettivi ormonali e dello IUD (spirale), che specialmente durante l'adolescenza possono interferire con lo sviluppo, ed anche quando il diaframma poteva creare qualche problema di inserimento, ma oggi il diaframma è introvabile in Italia, mentre si può trovare il cappuccio cervicale.
Purtroppo, in passato, molte donne si rifiutavano di usare il preservativo perché lo abbinavano alla prostituzione femminile. Per le donne del movimento per la salute, lo sviluppo dei contraccettivi ormonali e degli IUD ha rappresentato una deresponsabilizzazione degli uomini. Le donne del GFSD (Gruppo Femminista per la Salute della Donna) annotavano nel 1978: "Nella nostra esperienza abbiamo notato che da qualche tempo c'è un ritorno all'uso del preservativo, sia tra le donne che l'avevano abbandonato per usare la pillola o la spirale, sia tra quelle, le più giovani, che non l'avevano mai usato. Per alcune donne il preservativo si rivela una vacanza dopo che hanno avuto problemi con la pillola, con la spirale ed anche con il diaframma." Alcune donne dei gruppi di self-help andarono loro stesse a comprare i preservativi nelle farmacie come atto dimostrativo, e li offrirono ai loro partner sessuali per valutarne la capacità di dimostrarsi responsabili e collaborativi. Inoltre, suggerirono di far diventare l'inserimento del preservativo sul pene parte dei giochi sessuali, come quando è la donna ad occuparsene.

Parliamo, ora, del condom femminile. Il condom femminile prodotto dalla Female Health Company (FHC) è quello più conosciuto ed anche quello più diffuso. La prima generazione di condom prodotti dal FHC è stato introdotto sul mercato nel 1993, con il nome di FC1 (Female Condom 1); è stato sostituito da una versione migliorata, denominata FC2. Oggi, altre aziende producono condom simili, ma solo l'FC2 è stato approvato dalle agenzie delle Nazioni Unite, nel 2000, con lo scopo di fornire alle donne una doppia protezione, anticoncezionale e dalle MTS, soprattutto dall'AIDS, per mettere nelle loro mani la gestione di un metodo semplice, che non richiede controllo medico.
Si tratta di una sottile guaina a sacchetto con due anelli morbidi alle due estremità: un anello si posiziona oltre la cervice (collo dell'utero) e si ancora all'osso pubico; l'altro anello è più largo e resta all'esterno ricoprendo in parte le labbra della vulva e il perineo. Non essendo fatto in latex, può essere usato anche persone allergiche a quest'ultimo. Può essere inserito fino a 8 ore prima del rapporto. Per inserirlo si stringe l'anello più piccolo e lo si spinge dentro la vagina posizionandolo più o meno come un diaframma. Si consiglia di guidare con la mano il pene, all'inizio del coito, per essere sicure che l'anello esterno non venga spinto all'interno della vagina. Finito il rapporto, il condom femminile va rimosso stringendo l'anello esterno, in modo da tenere lo sperma all'interno del sacchetto. Se si è state distese, il condom va rimosso prima di alzarsi. Il condom femminile, ricoprendo parte dei genitali esterni e i genitali interni completamente, fornisce alla donna una protezione dalle MTS che viene considerata simile a quella del condom maschile. Anche la capacità anticoncezionale di questo dispositivo sembra essere molto vicina a quella del condom maschile.
Il condom femminile ha ricevuto negli USA l'approvazione del Food and Drug Amministration (FDA); viene venduto senza ricetta, e lo si può trovare nei Centri per la Salute della Donna, in cui è nata la pratica del self-help. Negli USA, confezioni di FC2 sono reperibili in alcuni supermercati come CVS e Walgreens, nei Centri per HIV-AIDS, nei Centri per la pianificazione familiare, in alcuni sex shops, ed anche il alcuni Campus. Li si può comprare online, incluso su Amazon.com. Una confezione da 5 costa circa 15 dollari. Per maggiori informazioni si può consultare AVERT, che si occupa di HIV/AIDS. 
Nel 2008, ha avuto inizio il Programma congiunto dell'Universal Access to Female Condom (UFCA) con lo scopo di rendere il condom femminile ampiamente accessibile, ritenendo che ciò contribuirà alla riduzione delle infezioni dovute ad HIV e alle MTS, alla diminuzione delle gravidanze non volute, e incrementerà la capacità delle donne di esercitare il loro potere sulla loro salute sessuale e riproduttiva (per maggiori informazioni consultare www.condoms4all.org). Il programma è stato iniziato in Olanda da organizzazioni statali e fondazioni. Un programma di diffusione su larga scala del condom femminile è iniziato in Nigeria nel 2009: in poco più di un anno sono stati venduti quasi un milione di condom, e ciò ha dimostrato la buona accettabilità del dispositivo. Una parrucchiera HIV positiva, che si è fatta ambasciatrice della campagna, così si esprime: "La gente deve usare i condom, questo dico alle mie clienti. Allora loro mi chiedono: Un condom, che sono malata? Ma io so per esperienza quanto sia importante usarli. Parlo soprattutto con le ragazze." Nel 2009, la campagna è partita anche in 5 regioni del Camerun, e nel giro di un anno sono stati venduti un milione e mezzo di condom. Anche in Camerun come in Nigeria, la campagna fa parte del programma dell'UAFC. Per promuovere il condom femminile, Manu Dibango, il famoso cantante, ha registrato un video-clip. In Camerun sono stati formati ragazze e ragazzi per andare casa per casa a dare informazioni, quest'iniziativa è stata chiamata: "Parliamone a casa". I/le giovani, il più delle volte, sono stati ben accolti dai genitori perché le gravidanze non volute sono un grande problema. Nel settembre del 2012, si è svolta la prima giornata globale del condom femminile, che è stata pubblicizzata anche dal sito del Collettivo di Boston che ha scritto il libro "Our Bodies Ourselves". Nel luglio scorso, l'Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo (Aidos) ha lanciato la prima campagna in Italia (www.aidos.it). La storia italiana del condom femminile sta appena cominciando ed è tutta da scrivere, contribuiremo a farlo con l'incontro che si sta per tenere il 17 novembre, intitolato; "Contraccezione riparliamone: dal self-help al condom femminile".

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