martedì 21 agosto 2012

Materiali 21 aprile Introduzione ai lavori di Livia Geloso

 Inizio col ringraziare la presidente Gabriella Nisticò, perché lungo tutta la preparazione di questa giornata sono stata accompagnata dal suo incoraggiamento, e ringrazio anche Ines Valanzuolo perché mi ha accolto a braccia aperte quattro anni fa. Penso sia interessante raccontarvi com'è nata questa iniziativa, perché se un'iniziativa non ha un corpo e un cuore, non va da nessuna parte, non riesce a dare frutti. Il corpo e il cuore di ciò che facciamo sono i sentimenti, le emozioni e i valori che ognuna di noi ci mette dentro. Io sono psicoterapeuta, una psicoterapeuta corporea. La corporeità costituisce un filo conduttore della mia vita, infatti, sono stata per dieci anni nel GFSD (Gruppo Femminista per la Salute della Donna) e ho scelto come professione una forma di psicoterapia centrata sul risanamento della scissione mente-corpo. Nel mio lavoro, a un certo punto, ho cominciato a condividere la storia della mia esperienza di self-help. Probabilmente perché cominciavo ad avere l'età in cui si inizia a fare il punto della situazione, e si ha voglia, allo stesso tempo, di trasmettere la propria esperienza di vita. Si tratta di un compito di fase, come ci sono compiti di fase per tutte le fasi dell'esistenza. La cosa che mi ha colpito, in particolare, è che molte giovani donne hanno reagito vivacemente dicendomi: "Ma a noi nessuno le ha dette queste cose, non le sappiamo. Non sappiamo che c'è stato tutto questo, lo vogliamo sapere. Devi trasmettere quest'esperienza!". In rappresentanza di queste giovani donne di cui sto parlando, c'è Elena B. qui, con i capelli biondi, l'avete già conosciuta perché fa parte dell'organizzazione.

   Dunque, nel frattempo, c'è stato un evento nel maggio del 2008: l'inaugurazione a Savignano, vicino Bologna, di un piccolo museo dedicato ad una Venere preistorica, per riaverla dal museo Pigorini di Roma.Una mia amica mi ha proposto di andare e, in quell'occasione, ho ritrovato Luciana Percovich e Sandra Schiassi, che avevano frequentato il mio gruppo, il GFSD. Sul nostro blog c'è la testimonianza di Sandra sul self-help a Bologna. Luciana Percovich, come sapete, ha avuto anche un ruolo importante nell'editoria femminista, fino al libro "La coscienza nel corpo", che abbiamo voluto avere qui perché è un testo fondamentale sul movimento per la salute delle donne, e contiene diversi materiali sul self-help. In quel momento, ho condiviso con Luciana e Sandra il mio desiderio di ricostruire la storia del mio gruppo, e di contribuire a raccogliere e trasmettere la storia del self-help femminista. Entrambe mi hanno incoraggiato e Luciana mi ha indirizzato a Ines e ad Archivia, e, come vi dicevo, sono stata accolta a braccia aperte.. Ecco questi sono gli antefatti. Da allora, quattro anni fa, è cominciata quest'avventura con la mia presenza ad Archivia, ora sono anche nel Direttivo. Archivia ha un grande bisogno di forze nuove, di sostegno e di aiuto.
   Perchéquest'iniziativa? Perché il self-help è stata un'esperienza soprattutto pratica. Non scrivevamo quasi niente, a parte ovviamente il materiale relativo alla documentazione e all'informazione. Quindi, c'era e c'è proprio bisogno di raccoglierne la memoria. Abbiamo iniziato con Pina Caporaso raccogliendo le interviste a 14 donne del mio gruppo, compresa me. Pina ha condotto le interviste. Con lei siamo diventate un duo, l'anziana e la giovane, la Crona e la Core, così ho suggerito di chiamarci. Stiamo sperimentando già tra noi lo scambio tra generazioni. Pina è una delle giovani che si è avvicinata ad Archivia per motivi di studio, per la sua tesi di laurea. Io ho richiamato le mie compagne, dopo tanti anni, e ci siamo incontrate ad Archivia, è stato molto bello ed emozionante. Anche qui, oggi, siamo in dieci, e altre cinque hanno fatto sapere che non potevano venire, ma che si sentono qui con noi. Attraverso le interviste ho potuto imparare io stessa molte più cose sul mio gruppo. Credo che sia successa la stessa cosa anche alle altre. Soprattutto ho scoperto che ci siamo fatte lo stesso film. Infatti, avevo un po' paura di scoprire, 35 anni dopo, che ognuna di noi si era fatta un film diverso, invece no. E questo mi sembra significhi che c'era una comunicazione autentica tra noi. Un'altra cosa importante per me è che sto imparando sempre più cose sul collettivo di S.Lorenzo, di cui Ines Valanzuolo e Silvia Tozzi hanno fatto parte, e che era il gruppo "gemello" del mio, essendo nato dalle stesse esperienze, da un'iniziativa nata nel collettivo di Pompeo Magno che è la matrice del femminismo romano. Mi sto entusiasmando alla storia di S.Lorenzo, osservando le affinità e le differenze con la storia del mio gruppo. Silvia Tozzi è la portabandiera di quest'esercizio, dell'analisi delle affinità e delle differenze tra i vari gruppi femministi. A questo riguardo, credo si possa affermare che il femminismo è un fenomeno di una ricchezza considerevole, infatti, dobbiamo parlare di "femminismi", perché c'è una ricchezza di tematiche ed anche di posizioni molto diverse e divergenti. Quindi, non è facile da studiare, oltre alla difficoltà di reperire il materiale, c'è anche la difficoltà di cogliere un fenomeno che può essere definito, e lo è stato, come il fenomeno più complesso del Novecento.
   Forse lo percepite nella mia voce, sono emozionata perché è un sogno che si realizza (applausi), anche il sogno di avere diverse giovani qui. Anche perché la tematica del rapporto tra donne, tra diverse generazioni di donne sappiamo quanto sia stato e continui ad essere un nodo fondamentale. Dopo di me parleranno le donne che hanno fatto parte dell'inizio di questo avvenimento, e di quello che io spero sia un percorso, perché Pina ed io non molliamo. Continueremo, per esempio, a gestire il blog, che è stato un'idea e un impegno di Pina (applausi), importantissimo proprio per avere rapporto con le nuove generazioni, sto imparando ad usarlo anch'io. Infatti, noi, le grandi, dobbiamo stare nel mondo delle giovani, dobbiamo fare uno sforzo. Certo, le cose sono andate molto velocemente, e non è facile stare appresso a tutti i cambiamenti che ci sono stati. Però, insisto, dobbiamo sforzarci di farlo, perché se no ci perdiamo, e loro perdono noi, ed è un dramma da tutti e due i versanti. Vi ricordo che adesso ci saranno le testimonianze di Ines Valanzuolo, Silvia Tozzi, Luciana Percovich, Sandra Schiassi e Pina Caporaso. Dopo di che verrà proiettato un video di dieci minuti sui contenuti del self-help. Il video l'ho preparato insieme a Marina Stella, che spero possa riuscire ad essere qui nel pomeriggio, perché anche lei ha una parte importante in quest'avventura, proprio in quanto si occupa della parte audiovisiva. Dopo il video, ci divideremo in due gruppi di discussione. A pranzo condivideremo, nel bel cortile della Casa, un buffet offerto da quindici donne che fanno parte dell'iniziativa.                  

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