venerdì 21 settembre 2012

Materiali 21 aprile (mattina) Intervento di Sandra Schiassi

Il self-help: un’esperienza da rifare

   Salve! Dunque, io ho praticato il self-help negli anni Settanta. E' stato molto importante per me, prima di tutto perché, come diceva Luciana Percovich, è stata un'iniziazione. E, poi, è stata una riappropriazione. Quell'esperienza è stata una cosa stupenda, si è trattato di una soddisfazione intima, profonda. I nostri genitali erano sempre gestiti dai maschi, da altri, dal ginecologo. Finalmente ce li gestivamo noi. Finalmente ci apparivano belli. Anche le mestruazioni sono diventate qualcosa di bello, al contrario di quello che mi avevano sempre detto. Questo mi ha "potenziato" molto. Poi, era anche molto bello che ci si ritrovasse in tante. Questo era molto importante. Io avevo già fatto l'esperienza dell'autocoscienza, e nell'autocoscienza i maschi aleggiavano: i padri, i mariti, i compagni. Invece, negli incontri di self-help, di maschi non si parlava proprio, erano completamente assenti. Sembravamo tante "streghe", proprio così, lì riunite. Tant'è che io, Luciana Percovich ed altre abbiamo cominciato a interessarci del sacro femminile.

   Io credo che questo "impoteramento" che ci ha dato il self-help, sia stata una delle cose che siamo riuscite a sbattere in faccia al mondo, e credo che abbia contribuito a cambiare i rapporti di forza. Io, ogni tanto, faccio questo discorso: dunque, negli anni Settanta, è passato lo Statuto dei lavoratori, è passato il referendum sul divorzio, è passato il nuovo diritto di famiglia, la mutua per tutti, e la legge Basaglia. Secondo me, questo è dovuto anche allo "stile di vita" così prepotente che avevamo, così pieno di appeal, cosa che sicuramente ci permetteva di avere seguito.
   Sul fatto di rifarlo, io sono disponibile. Non so se le ragazze, le giovani hanno ancora voglia di queste cose, perché sono veramente premute. Per esempio, vanno a fare sport con i genitori che dicono: "Non dovete essere perdenti!" Ho sentito tanti genitori parlare e usare questa parola "perdente", parola che cancellerei dal vocabolario insieme al suo opposto "vincente", perché si induce nei/lle bambini/e una sofferenza grandissima e una distorsione.
   Per cui, io sarei anche disposta a rifarlo. Anche perché ho l'impressione che ci sia di nuovo da lavorare sulla sensazione che i genitali femminili siano qualcosa di sporco. Temo che le ragazze di oggi abbiano la sensazione di essere un po' "sporche". Poi, c'è la questione dei rapporti con i maschi. Mi capita di parlare con delle giovani donne e molte di loro mi raccontano vite sessuali abbastanza povere, e la colpa la danno sempre al fatto che non sono belle. A tutte io dico che non è la biancheria intima, o altro, che ci fa avere una vita sessuale piena, è la nostra voglia di vivere. Se adesso c'è un problema di impotenza maschile, e forse anche femminile, c'è da rifletterci sopra. Sì, mi piacerebbe che le donne trovassero belli i loro genitali. Non so se si riuscirà a far passare questo. Dunque, io sono disponibile a riprendere la pratica del self-help, per sviluppare uno "stile di vita" basato sulla nostra voglia di vivere, sulla nostra capacità di vivere bene, e utilizzarlo quasi come fosse un'arma politica.          

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