venerdì 19 aprile 2013

SH materiali 20 aprile 2013

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Educazione sessuale, una questione aperta.
Stefania Girelli
L’educazione sessuale ed io ci siamo incontrate nei primi anni Novanta. Avevo circa ventun anni, da poco diplomata come assistente sanitaria lavoravo in un consultorio familiare pubblico, e iscritta all’università seguivo i corsi di storia. Il consultorio era un luogo che destava il mio interesse e curiosità per il tipo di azioni e pensieri che li circolavano, per le persone che vi lavoravano e che avevo incontrato durante gli anni di formazione e studio. Il consultorio  familiare faceva capo allora alla Ussl - oggi Asl  - struttura di base del Servizio Sanitario Nazionale. Insomma, lavoravo nelle strutture di cura e prevenzione nate nel corso degli anni Settanta di cui studiavo all’università; incontravo operatrici che avevano partecipato ai diversi avvenimenti che, in parte, si erano tradotti nei servizi e nei progetti  territoriali in cui ora mi muovevo. Un’esperienza inseguita e desiderata: sono stati anni di formazione, pensiero e relazioni, molto intensi. E’ in quel lasso di tempo che ho incontrato il femminismo, quello della differenza, diverso da quello delle operatrici dei servizi, e l’ho incrociato cercando materiale per approfondire i temi dei corsi di educazione sessuale che, come operatrice pubblica, preparavo per le scuole di diverso ordine e grado. Sì perché il consultorio familiare, così come indica la legislazione regionale (1) specifica della Lombardia e del Lazio, deve fare educazione sessuale come attività di prevenzione e promozione della salute delle persone. Di quell’incontro, con il femminismo della differenza alla Libreria delle Donne di Milano - incontro che mi parve naturale data la ricerca di documenti e altro in cui ero impegnata - ricordo ancora lo stupore provato nel notare come il materiale raccolto non fosse già conosciuto dalle operatrici dei servizi territoriali. Erano riflessioni, proposte, protocolli e sperimentazioni che riguardavano gli stessi temi e argomenti, in particolare la sessualità, di cui si occupavano. Poi, approfondendo durante gli studi universitari e l’attività lavorativa ho compreso meglio la complessità e varietà di contesti e situazioni, anche se lo stupore, per il mancato incontro, era e forse rimane immutato.  Ad ogni modo risultato di quegli intrecci e di quegli anni è stato una tesi sull’attività di un consultorio familiare milanese; la frequenza di un corso di specializzazione come esperta della metodologia dell’educazione alla sessualità; l’educazione sessuale e la prevenzione della violenza sessuale come materia viva di lavoro ancora oggi, non più come dipendente di un consultorio familiare, ma come professionista e consulente nelle associazioni del terzo settore e in alcuni servizi pubblici.

giovedì 18 aprile 2013

SH materiali 20 aprile 2013

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Il corpo delle altre, uno sguardo antropologico di genere.
Serena Fiorletta


Dov'è il corpo? Immediatamente mi domando: il corpo di chi? Il mio, quello delle altre, le altre chi?
Nel momento in cui sono entrata a far parte del gruppo "Self – Help, riparliamone", ho scoperto, insieme alle donne che ne fanno parte, l'importanza storica che questo "femminismo nel femminismo" aveva portato avanti attraverso la ri – presa del corpo. La consapevolezza a cui le auto visite avevano portato, nel passaggio generazionale, è andata in parte persa. Quando nei nostri incontri ci viene raccontato cosa fossero e come funzionassero questi gruppi, ma sopratutto come funzionano i nostri corpi, ci è capitato a volte di restare stupite. E' perché quella conoscenza approfondita di me e del mio corpo io non ce l'ho... Quel tipo di indagine fisica, l'esplorazione pratica di sé, tanto da sapere esattamente cosa accade, è oggi in un certo senso nuovamente delegata alla medicina. Capire che la pillola non mi piaceva, non mi dava quella libertà che cercavo, mi allontanava da una percezione di me stessa, è stata una scoperta solitaria. Il tanto odiato ciclo mestruale con i suoi dolori e odori mi mancava, quella scia di sangue è traccia di me. Ma non è mai stata traccia di un noi, come è invece accaduto per le donne del Self – Help. Recuperiamo quindi la storia di questa vicenda che rischia di sparire e vediamo poi se è possibile farne nutrimento per il presente. Non è detto che la conclusione sia rifare i gruppi di self -help ma il corpo delle donne continua ad essere perno anche nei femminismi attuali, occidentali e non occidentali.

mercoledì 17 aprile 2013

SH materiali 20 aprile 2013

Questo sesso che non è il sesso (articoli da DWF).
Angela Lamboglia e Valeria Mercandino


Abbiamo pensato di portare nelle discussione alcune delle riflessioni nate nella costruzione dei due numeri di Dwf del 2011 dedicati alla sessualità. Sono riflessioni nate in un momento in cui nei media e nella politica si parlava molto di sesso, sulla scia degli scandali sessuali di Berlusconi, ma allo stesso tempo, a fronte di una presenza quasi ossessiva di questo discorso sul sesso, ci sembrava che invece la sessualità non fosse abbastanza presente nei nostri discorsi quotidiani, compresi i discorsi del nostro collettivo.
Diversamente occupate è nato infatti dalla riflessione e dalla costruzione di due numeri di Dwf sul tema del lavoro. Il tema della sessualità e del corpo in quel momento non era presente nei nostri discorsi, solo successivamente siamo arrivate a interrogarci su queste questioni e anche su questa iniziale mancanza di parola.
L'impressione era, e per certi versi rimane, che il discorso sulla sessualità, anche tra donne e anche tra donne che fanno politica insieme, tenda ad arrestarsi in ambiti ben precisi, attorno a precise istanze politiche – aborto, contraccezione, contraccezione di emergenza, ad esempio -, ma che poi corpo e sessualità rimangano dei rimossi.
Ci sembra che da questo derivi, da una parte, una profonda solitudine nel vivere le proprie esperienze, dall'altra, un supporto a dinamiche che non vanno in direzione di una maggiore libertà. Intendiamo dire che la libertà sessuale, spesso data per scontata, non coincide necessariamente con la libertà del desiderio.

SH materiali sabato 20 aprile 2013

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Mestruazioni e Generazioni
Claudia Bruno

“Non mettere in vagina quel che non metteresti in bocca”.
Incontrare oggi le donne del self-help

“Non mettere in vagina quel che non metteresti in bocca”, ci hanno detto Livia e le altre sorridendo con la ‘bocca di sopra’ la prima volta che ci siamo incontrate, lasciando me e le mie compagne letteralmente spiazzate. “L’apertura dell’utero può assumere la forma di una lineetta, di un cerchietto, di un puntino”, “osservato al microscopio il muco dell’ovulazione cristallizza a felce, come la neve”, “i colori, gli odori, le consistenze cambiano”, “per curarci infezioni e piaghette usavamo yogurt, miele, erbe” ci hanno raccontato le donne del self-help romano, come per svelarci una favola antichissima.

Non è che eravamo spiazzate per pudore, voglio dire, erano mesi che parlavamo di ‘sessualità’. È che proprio non ne sapevamo niente. Ci eravamo perse qualcosa? Sì, qualcosa che ci riguarda eccome, che è già qui tra noi, proprio adesso, e che avevamo completamente dimenticato. Tutto ciò, era drammaticamente divertente.

Il self-help? Prima di incontrare Livia ed altre che hanno fatto parte del movimento per la salute delle donne negli anni Settanta ne avevo sentito parlare solo sui libri all’interno del mio percorso di ricerca. Ma è stato quando ho potuto ascoltarne testimonianza diretta che mi è apparso ben più evidente come il meccanismo della delega all’autorità medica non sia ancora stato messo davvero in discussione all’interno della nostra cultura della corporeità, una cultura tutt’ora altamente tecnicistica che tende a separare e dividere – corpo e mente, parti del corpo da altre parti del corpo, paziente da medico, dolore da piacere, prevenzione da cura, casa da ospedale, vita da morte, benessere da malattia, saperi autorevoli da tradizioni popolari, ‘bocche di sotto’ e ‘bocche di sopra’.

lunedì 15 aprile 2013

"Il self-help e l'approccio corporeo alla corporeità"

SH Materiali 20 aprile 2013
Relazione introduttiva a cura di Livia Geloso

"Il self-help e l'approccio corporeo alla corporeità"


Il self-help ci ha fatto ri-incontrare
Riparlare del self-help con donne delle generazioni successive alla mia, soprattutto con donne che sono nate negli anni Settanta e Ottanta, e che hanno ripreso criticamente l'eredità del neofemminismo, sta ridando nuova vita all'esperienza conservata dentro di me. Credo ne sia stato simbolo il sogno di avere di nuovo le mestruazioni - io che sono nata negli anni Cinquanta -, sogno che ho fatto dopo una riunione con alcune di loro nel novembre scorso, nella biblioteca di Archivia.
Le mestruazioni hanno avuto, infatti, un posto centrale nell'approccio corporeo alla corporeità che i gruppi di self-help hanno sviluppato. Le mestruazioni insieme alla sessualità sono stati tra i campi d'esperienza fondamentali e tra i temi più importanti di riflessione delle donne dei gruppi di self-help, alla ricerca di un nuovo modo di fondare le identità e gli orizzonti di senso, a partire dall'esperienza corporea condivisa. Le mestruazioni e la sessualità saranno anche al centro di questo terzo incontro dell'iniziativa Self-help riparliamone; declinate da donne della generazione degli anni Settanta e Ottanta, che si sono imbarcate nell'impresa di tessere dei fili di memoria e di esperienza tra il passato e il presente del movimento delle donne, in particolare rispetto alle pratiche.

domenica 7 aprile 2013

Terza giornata di Self-help riparliamone dal titolo:

Terza giornata di Self-help riparliamone dal titolo:

"SELF-HELP, CORPOREITA' E GENERAZIONI"

Sabato 20 aprile 2013, ore 9.30-18.30

Casa internazionale delle donne di Roma - Sala Simonetta Tosi

Programma

9.30: Saluti e Introduzione Il self-help e l'approccio corporeo alla corporeità, Livia Geloso (consigliera di Archivia)
9.50: Pratiche femministe e presa di parola, Federica Paoli
10.10: Mestruazioni e generazioni, Claudia Bruno
10.30: Questo sesso che non è il sesso (articoli dalla rivista DWF), Angela Lamboglia e Valeria Mercandino
10.50: Educazione sessuale, una questione aperta, Stefania Girelli e Pina Caporaso
11.20: Il corpo delle altre, uno sguardo antropologico di genere, Serena Fiorletta
11.40: Corpi che contano?, Viola Lomoro
12.00: Formazione dei gruppi di discussione
13.00: Pausa pranzo
14.00: Ripresa del lavoro nei gruppi
15.30: Break
16.00: Relazioni dei gruppi di discussione nella riunione plenaria 
17.00: Proiezione del documentario "Così è se vi pare. Il Movimento per la vita in Italia." di Irene Dionisio (74 min.) con introduzione di Giulia Druetta del Gruppo Altereva di Torino
18.30: Conclusioni e chiusura

Alla giornata collabora la Libreria Tuba di Roma.