I lavori pomeridiani hanno compreso i lavori dei due gruppi di discussione e i lavori in sessione plenaria. I lavori in sessione plenaria iniziano con le relazioni dei due gruppi, ai quali erano stati assegnati i seguenti titoli:
a) "Sessualità, benessere e problemi di demedicalizzazione";
b) "Il rapporto tra chi ha vissuto l'esperienza del self-help e le nuove generazioni".
Il gruppo a) parte da un tema che ha suscitato emblematicamente un'accesa discussione, quello della depilazione dei genitali diffusa tra le giovani donne. Infatti, c'è chi la definisce una 'moda' che viene dall'estero, non nostra, e che induce le ragazze ancora una volta ad adeguarsi ai desideri maschili, desideri che vengono interpretati come ricerca di un genitale femminile prepubere. Altre, invece, ritengono importante contestualizzare il fenomeno della moda di depilarsi diffusa anche tra i giovani maschi, cercando di comprendere e di non giudicare nuovi comportamenti, ritenendo di restare in tal modo fedeli allo spirito di accettazione e accoglienza del self-help.
Si prosegue affrontando la questione del rapporto delle giovani con il loro corpo.
giovedì 27 settembre 2012
mercoledì 26 settembre 2012
Materiali 21 aprile (mattina) Intervento di Pina Caporaso
Il self-help come motivo di incontro tra generazioni di donne
Desidero raccontarvi, dal mio punto di vista, come è nato l’ incontro generazionale che ha dato vita all’iniziativa “Self-help riparliamone”. Era il 2004 e stavo scrivendo la mia tesi di laurea in sociologia del diritto sulla Legge 194. Un libraio anarchico di San Lorenzo, dal quale transitavo per cercare informazioni e materiali sul tema, mi disse che dovevo cercare “le donne di via dei Sabelli”, le quali però non stavano più in via dei Sabelli, ma alla Casa Internazionale delle Donne. In quel periodo Archivia era agli albori, in via di fondazione: vi trovai scatoloni in parte ancora chiusi, con materiali da inventariare, e lì incontrai Ines Valanzuolo. Ines mi ha comunicato un'immediata trasparenza nel volersi raccontare e nel riannodare i fili, è stata una percezione molto forte. Quello con Ines è stato per me il primo e, forse, fondativo rapporto con una generazione alla quale non appartengo e che, da quel lavoro su via dei Sabelli, mi venne voglia di riscoprire. Dopo Ines ho conosciuto Silvia Tozzi e le altre donne che, tutte con personalità diverse, avevano contribuito alla nascita dell'importantissima esperienza di uno dei primi consultori autogestiti nella città di Roma, che ebbe una valenza molto ampia.
Desidero raccontarvi, dal mio punto di vista, come è nato l’ incontro generazionale che ha dato vita all’iniziativa “Self-help riparliamone”. Era il 2004 e stavo scrivendo la mia tesi di laurea in sociologia del diritto sulla Legge 194. Un libraio anarchico di San Lorenzo, dal quale transitavo per cercare informazioni e materiali sul tema, mi disse che dovevo cercare “le donne di via dei Sabelli”, le quali però non stavano più in via dei Sabelli, ma alla Casa Internazionale delle Donne. In quel periodo Archivia era agli albori, in via di fondazione: vi trovai scatoloni in parte ancora chiusi, con materiali da inventariare, e lì incontrai Ines Valanzuolo. Ines mi ha comunicato un'immediata trasparenza nel volersi raccontare e nel riannodare i fili, è stata una percezione molto forte. Quello con Ines è stato per me il primo e, forse, fondativo rapporto con una generazione alla quale non appartengo e che, da quel lavoro su via dei Sabelli, mi venne voglia di riscoprire. Dopo Ines ho conosciuto Silvia Tozzi e le altre donne che, tutte con personalità diverse, avevano contribuito alla nascita dell'importantissima esperienza di uno dei primi consultori autogestiti nella città di Roma, che ebbe una valenza molto ampia.
venerdì 21 settembre 2012
Materiali 21 aprile (mattina) Intervento di Sandra Schiassi
Il self-help: un’esperienza da rifare
Salve! Dunque, io ho praticato il self-help negli anni Settanta. E' stato molto importante per me, prima di tutto perché, come diceva Luciana Percovich, è stata un'iniziazione. E, poi, è stata una riappropriazione. Quell'esperienza è stata una cosa stupenda, si è trattato di una soddisfazione intima, profonda. I nostri genitali erano sempre gestiti dai maschi, da altri, dal ginecologo. Finalmente ce li gestivamo noi. Finalmente ci apparivano belli. Anche le mestruazioni sono diventate qualcosa di bello, al contrario di quello che mi avevano sempre detto. Questo mi ha "potenziato" molto. Poi, era anche molto bello che ci si ritrovasse in tante. Questo era molto importante. Io avevo già fatto l'esperienza dell'autocoscienza, e nell'autocoscienza i maschi aleggiavano: i padri, i mariti, i compagni. Invece, negli incontri di self-help, di maschi non si parlava proprio, erano completamente assenti. Sembravamo tante "streghe", proprio così, lì riunite. Tant'è che io, Luciana Percovich ed altre abbiamo cominciato a interessarci del sacro femminile.
Salve! Dunque, io ho praticato il self-help negli anni Settanta. E' stato molto importante per me, prima di tutto perché, come diceva Luciana Percovich, è stata un'iniziazione. E, poi, è stata una riappropriazione. Quell'esperienza è stata una cosa stupenda, si è trattato di una soddisfazione intima, profonda. I nostri genitali erano sempre gestiti dai maschi, da altri, dal ginecologo. Finalmente ce li gestivamo noi. Finalmente ci apparivano belli. Anche le mestruazioni sono diventate qualcosa di bello, al contrario di quello che mi avevano sempre detto. Questo mi ha "potenziato" molto. Poi, era anche molto bello che ci si ritrovasse in tante. Questo era molto importante. Io avevo già fatto l'esperienza dell'autocoscienza, e nell'autocoscienza i maschi aleggiavano: i padri, i mariti, i compagni. Invece, negli incontri di self-help, di maschi non si parlava proprio, erano completamente assenti. Sembravamo tante "streghe", proprio così, lì riunite. Tant'è che io, Luciana Percovich ed altre abbiamo cominciato a interessarci del sacro femminile.
lunedì 17 settembre 2012
Materiali del 21 aprile (mattina) Intervento di Luciana Percovich
Il self-helh femminista come Iniziazione
e il ruolo delle Crone, le donne sagge.
Buongiorno a tutte! Ines prima ha detto che, forse, abbiamo l'età in cui sarebbe anche giusto sederci, fermarci e ascoltare. Io temo di no, e non solo per la pressione del tempo presente, ma soprattutto perché noi adesso siamo le Crone, un archetipo femminile molto interessante e importante, quello della anziana "donna saggia". La Crona è stata per millenni il centro della vita sociale, non solo della famiglia ma di interi gruppi di donne e uomini, che guardavano a lei e l’ascoltavano con rispetto in quanto incarnava il sistema di valori che regolava la convivenza umana, quando questa era animata da principi che miravano allo scioglimento dei conflitti e ad evitare che le inevitabili spinte dell'aggressività sfociassero in situazioni di aperto scontro. Quando le vecchie sagge erano al centro del sistema sociale o, come lo chiameremmo oggi, "politico", lo scopo condiviso era quello di sciogliere i contrasti e ritrovare l'equilibrio e l'armonia, in un gioco costante di attenzione e intelligenza. Anche se questi non sono i valori della società in cui viviamo, abbiamo la possibilità di condividere con le nuove generazioni il nostro sogno di Femministe e di passare loro quello che abbiamo imparato nel lavoro di lunghi anni.
lunedì 10 settembre 2012
Materiali del 21 Aprile (mattina) Intervento di Silvia Tozzi
Il self-help e
il rapporto delle donne con la medicina
Non vorrei
dire troppe cose, perché avremo modo di parlare anche nel pomeriggio. Certo, è
molto bello che qualcuna proponga di riaprire la riflessione, perché io avevo
già chiuso nei cassetti sia i ricordi che le carte. Quando ho portato ad
Archivia le carte dell’associazione Simonetta Tosi, le ho dovute togliere da
casa mia, dopo vicende in cui le avevo dovute rinchiudere in depositi tipo gli
abbaini del condominio, con intorno anche qualcuno che mi diceva di buttarle
via. Credo che per molte sia stato così. Quindi, come diceva anche Ines, è
bellissimo che qualcuna sia andata a leggere le nostre carte, vi abbia trovato
interesse perché, per esempio, mi ha scritto l’anno scorso Liliana Barca, che è
stata l’anima del coordinamento consultori, dopo che una giovane era andata a
casa da lei per una ricostruzione degli anni Settanta: “Sono stata felice, non
credevo che la nostra storia potesse ancora interessare”: Dunque, mi fa piacere
contribuire a ricercare un filo, anche se anch’io come Ines preferisco essere
sollecitata piuttosto che sollecitare, dare una mano sì, ma non ho più
l’energia che potevamo avere quando ancora negli anni Novanta ci siamo
trasferite qui alla Casa, da Via dei Sabelli, esattamente nel 1996, tentando di
fare un ambulatorio, così com’era quello di San Lorenzo che ci eravamo lasciate
alle spalle.
lunedì 3 settembre 2012
Materiali del 21 aprile (mattina) Intervento di Ines Valanzuolo
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